Degenerazione maculare legata all’età, cioè determinata dall’invecchiamento: perché compare e i fattori di rischio.

La DMLE, cioè la degenerazione maculare legata all’età (Age- related Macular Degeneration o AMD in inglese), è una maculopatia provocata dall’invecchiamento della zona profonda dell’occhio deputata all’elaborazione della visione centrale; per tale ragione è la causa più diffusa di grave perdita della visione centrale negli over 65.

 

Va detto che con l’avanzare degli anni tutte le strutture dell’occhio “perdono colpi”, e questo perché i nostri organi della vista sono sottoposti ad incredibili sollecitazioni fin dalla nascita. Così la macula, che è la porzione centrale della retina, dopo i 60 anni di età e in presenza di fattori predisponenti, può deteriorarsi inesorabilmente.

 

Cosa accade quando la macula invecchia

La macula viene ossigenata da una rete di piccoli vasi presenti nella coroide. È una sorta di pellicola che riposa su di uno strato di cellule epiteliali pigmentate (Epitelio Pigmentato Retinico – EPR) che trasportano l’ossigeno e le sostanze nutrienti dalla coroide alla retina e smaltiscono i prodotti di degradazione della retina. Invecchiando, l’EPR va incontro ad una progressiva sofferenza delle sue cellule fino ad arrivare alla loro morte che chiamiamo atrofia della macula. In altri casi invece, iniziano a proliferare dei nuovi vasi (neovascolarizzazione indiscriminata) per sopperire alla mancanza di ossigenazione, finendo però per peggiorare la situazione e andando a compromettere ancor di più la capacità visiva.

 

Questo processo viene definito degenerativo perché una volta innescato diventa irreversibile e progressivo anche se con velocità molto variabili, con sintomi che via via tendono a peggiorare.

 

DMLE: i fattori di rischio

Non tutte le persone over 65, naturalmente, sono suscettibili di sviluppare la degenerazione maculare legata all’età. Esistono, infatti, specifici fattori di rischio come:

  • Il tabagismo. Il fumo di sigaretta accelera il processo di deterioramento dei vasi sanguigni che irrorano macula e retina
  • Un’alimentazione povera di sostanze antiossidanti (tra cui betacarotene e vitamine C ed E), che proteggono le strutture oculari, e ricca di grassi saturi e soprattutto zuccheri
  • L’eccessivo consumo di bevande alcoliche
  • Soffrire di malattie quali diabete, ipertensione e aterosclerosi
  • Esporsi al sole senza la protezione delle lenti solari. I raggi UV, infatti, producono danni a lungo termine a carico di retina e macula. Il rischio aumenta nei soggetti con occhi chiari

La genetica, infine, gioca un ruolo chiave nella predisposizione alla malattia, e per tale ragione possiamo definire come multifattoriali le cause che portano all’insorgenza della degenerazione maculare legata all’età. Nella sola Italia ne soffre circa un milione di persone, sia uomini che donne.

 

DMLE: la forma atrofica o secca

Oltre l’80% delle persone che si ammalano di degenerazione maculare legata all’età sviluppa la forma meno grave della malattia, definita atrofica perché va in atrofia l’epitelio pigmentato retinico e di conseguenza i fotorecettori della retina in quanto non ricevono più il nutrimento. In questo caso si assiste a una progressiva atrofia del tessuto maculare, che esordisce con l’accumulo di depositi puntiformi di color giallastro sotto la retina denominate drusen che caratterizzano la fase iniziale della degenerazione maculare legata all’età.

 

La conseguenza a lungo termine di questo lento processo degenerativo è la compromissione della funzionalità della macula, che non riesce più a raccogliere in modo corretto gli impulsi luminosi.

 

DMLE: la forma umida

In alcuni casi, la forma iniziale della degenerazione maculare legata all’età può progredire in quella essudativa o umida, ben più pericolosa. Questa seconda e meno frequente tipologia della malattia si caratterizza per la formazione anomala di nuovi vasi sanguigni che, oltre a creare un ostacolo alla ricezione degli impulsi visivi da parte della macula, sono molto fragili e tendono a sanguinare e a rilasciare siero generando edemi che non riescono ad essere riassorbiti, oppure a rompersi provocando mini emorragie.

 

La forma essudativa della DMLE è pertanto molto seria, e se non viene affrontata con tempestività può portare ad una compromissione totale della visione centrale.

 

DMLE: i campanelli d’allarme

Anche in fase molto precoce, è possibile accorgersi che qualcosa non va nella propria visione centrale perché compaiono campanelli d’allarme tipici tra cui:

  • Immagini che appaiono deformate, come schiacciate o appiattite
  • Linee rette che vengono percepite come storte o ondulate
  • La vista appare oscurata, come se le immagini fossero immerse in una sorta di nebbia
  • Comparsa di macchie scure (scotomi) o di piccoli “buchi” nella visione centrale
  • Alterazione nella percezione dei colori

Queste anomalie nella elaborazione delle immagini si manifestano in modo lento e poco accentuato nella forma secca della degenerazione maculare legata all’età, mentre appaiono fin da subito più severe e rapidamente ingravescenti nella forma essudativa.

 

DMLE: come intervenire

La prima cosa da fare, senza perdere tempo, è quella di sottoporsi ad approfondita visita oculistica e ad esami specifici tra cui l’OCT o tomografia a coerenza ottica, e il test della griglia di Amsler. La cura d’elezione per la forma umida di DMLE è di tipo farmacologico, con la somministrazione periodica di farmaci anti-angiogenici (anti-VEGF) o corticosteroidei tramite iniezioni intravitreali direttamente nel bulbo oculare. Combinando diagnosi precoce e cure mirate, è possibile fermare o rallentare il decorso della malattia e preservare a lungo la visione centrale.

 

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