Cos’è, quali sono i sintomi, come si cura la corioretinopatia sierosa centrale: una malattia “benigna” che può spaventare.

Considerata per lo più una patologia benigna, la corioretinopatia sierosa centrale (CSC) è una condizione che si sviluppa a partire da un accumulo di siero al di sotto della retina, molto spesso a livello della macula, con alterazione della visione centrale e riduzione dell’acuità visiva.

 

La corioretinopatia sierosa centrale si associa a stati di forte stress, oppure si presenta nei soggetti in cura con farmaci cortisonici.

 

All’origine della CSC vi è un aumento della permeabilità dei capillari della coroide, un tessuto ricco di vasi capillari sottostante la retina. Tra retina e coroide si trova una sottile pellicola di tessuto chiamato epitelio pigmentato retinico (EPR) che, a causa della pressione generata dal fluido che esce dai capillari della coroide, viene danneggiato e quindi consente al fluido di passare sotto la retina determinando il sollevamento sieroso.

 

Si dice che il sollevamento sieroso della CSC tenda a risolversi spontaneamente e spesso in effetti è così. Tuttavia questo comportamento induce molto spesso gli oculisti ad avere un atteggiamento terapeutico conservatore. Anzi spesso, purtroppo, il messaggio che viene data è che non esistono trattamenti per la CSC, che passa da sola e che la terapia laser è pericolosa perché porta alla formazione di cicatrici o non si può fare perché la malattia coinvolge il centro.

 

La corioretinopatia sierosa centrale si può e si deve trattare

Perché aspettare? Perché lasciare che i fotorecettori rimangano a “mollo” nell’acqua per un periodo non noto di tempo nell’attesa che il fluido si riassorba spontaneamente? La CSC oggi può essere curata in modo efficace e sicuro. Il trattamento di scelta è la Terapia Fotodinamica a dosaggio modificato (mezza dose o mezza fluenza) ma in casi selezionati si può procedere anche con la fotocoagulazione.

 

Alternative terapeutiche altrettanto sicure ed efficaci non ce ne sono. Infatti il laser micropulsato, così come la terapia farmacologica per ridurre la pressione sanguigna, si sono dimostrati inferiori alla Terapia Fotodinamica o al gruppo di controllo in studi clinici controllati. Per cui la cosa importante è cercare di indurre il riassorbimento del fluido con la terapia fotodinamica che tra l’altro riduce anche il rischio di recidive.

 

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