Il Comitato Macula è lieto di presentare un nuovo documento dedicato all’importanza della diagnosi precoce delle maculopatie, come la degenerazione maculare legata all’età (AMD) e l’edema maculare diabetico (DME).
Il 10 Settebre, nella Sala della Trasparenza di Regione Liguria, Comitato Macula ha presentato un documento dedicato all’importanza di screening della diagnosi precoce delle maculopatie, tra cui la degenerazione maculare legata all’età (AMD) e l’edema maculare diabetico (DME).
Individuare tempestivamente i primi segni di queste patologie significa rallentare la progressione della malattia, migliorare gli esiti clinici e ridurre l’impatto sociale ed economico della perdita visiva, che comporta disabilità, perdita di autonomia e costi indiretti.
I risultati della campagna di screening 2022–2024
Grazie alle campagne promosse dal Comitato Macula:
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sono state valutate 1.975 persone over 55, pari a 3.950 occhi esaminati con OCT;
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per molti pazienti è stata individuata una patologia e avviato un percorso di cura e follow-up;
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circa 630 persone tra i 50 e i 70 anni hanno mostrato alterazioni della retina intercettate solo grazie all’OCT: una fascia cruciale in cui la malattia può colpire persone ancora attive dal punto di vista sociale e lavorativo.
Obiettivi del documento
Il documento sottolinea come la diagnosi precoce delle maculopatie – in particolare la degenerazione maculare legata all’età (AMD) e l’edema maculare diabetico (DME) – sia essenziale per rallentare l’avanzare della malattia e ottenere risultati clinici migliori.
Per raggiungere questo obiettivo, viene promosso un approccio basato su modelli organizzativi integrati e sull’impiego di tecnologie di screening avanzate, in grado di individuare tempestivamente i pazienti a rischio.
Ridurre l’impatto delle maculopatie significa infatti non solo preservare la vista, ma anche limitare le conseguenze sociali ed economiche legate alla perdita visiva: minori disabilità, minori costi indiretti e più autonomia per chi ne è colpito.
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Progetto realizzato con il contributo non condizionante di Roche